Musica, informatica e multimedialità

Secondo ciclo di

seminari - dimostrazioni - concerti

Auditorium Montale

Teatro dell'Opera di Genova Carlo Felice

a cura del

InfoMus Lab del DIST Università di Genova

con il patrocinio di

AIMI - Associazione di Informatica Musicale Italiana

 

Questo secondo ciclo di seminari, dimostrazioni e concerti è la continuazione del percorso iniziato la scorsa stagione su musica, informatica e multimedialità. Testimonianze da protagonisti della ricerca scientifica e della produzione musicale affrontano temi quali l'evoluzione del linguaggio musicale in relazione alle emergenti tecnologie, nei rapporti con la danza, le arti visive, con particolare riferimento alle nuove forme di interazione nell'arte.

 Il Laboratorio di Informatica musicale del DIST è sede di attività di ricerca, progettazione, sviluppo e sperimentazione di tecnologie e sistemi informatici multimediali per la musica, la danza, il teatro, lo spettacolo, l'intrattenimento ed edutainment. Nato nel 1984, dal 1996 il Laboratorio ha sede, oltre che al DIST, anche nel torrione del Teatro dell'Opera di Genova Carlo Felice. Le attività del Laboratorio sono descritte sul sito internet http://musart.dist.unige.it

  

 

Programma

 

Seminario-dimostrazione: Robot ed emozioni artificiali

Giovedì 10 dicembre 1998, ore 18

Kenji Suzuki

Waseda University (Tokyo) e Laboratorio DIST di Informatica Musicale

Kenji Suzuki lavora dall'ottobre 1997 presso il Laboratorio di Informatica Musicale in un progetto di ricerca che si propone di sperimentare nuove forme di interazione e nuove tecnologie multimediali interattive. Il progetto è svolto dal Laboratorio di Informatica Musicale in collaborazione con il Laboratorio Hashimoto della Waseda University di Tokyo. Il seminario, attraverso frammenti video ed esemplificazioni, presenta i risultatidel lavoro e le principali attività su Kansei presso la Waseda University.

 

Concerto: Symphonie Diagonale

Giovedì 11 febbraio 1999, ore 21

Capolavori dell'avanguardia cinematografica astratta degli anni '20

Musiche elettroacustiche degli anni '90

Film di Eggeling, Moholy-Nagy, Richter, Ruttman

Musiche di Ceccarelli, Dapelo, Di Scipio, Doati, Giomi, Manca, Pachini, Pappalardo.

All'inizio degli anni Venti un gruppo di artisti appartenenti all'avanguardia tedesca - tra i

quali Hans Richter, Walter Ruttmann, l'ungherese Laszló Moholy-Nagy e lo svedese Viking Eggeling - condusse una serie di esperimenti sul linguaggio cinematografico attraverso un finissimo gioco di montaggio, astrazione e combinazione di immagini.

I cortometraggi realizzati, che costituirono un tentativo estremamente originale di portare il cinema sul piano dell'arte pura, possono essere definiti quasi delle partiture filmiche sia per l'organizzazione dello sviluppo temporale di immagini e forme, rispondente a un ideale tracciato di ritmi e battute, sia per l'abbondante uso di termini musicali - quali 'composizione', 'studio', 'ritmo', 'sinfonia' - presenti nei titoli stessi. L'idea di affidare a un gruppo di compositori dell'ultima generazione il compito di musicare una selezione dei cortometraggi più interessanti nasce da una duplice motivazione. Da un lato quella di riproporre in un contesto unificante un corpus di capolavori in parte trascurato, la cui freschezza e forza innovativa si collega direttamente ad alcuni presupposti fondamentali dell'estetica contemporanea. Dall'altro quella di sollecitare una fattiva risposta in musica agli impliciti riferimenti musicali cui continuamente alludono i filmati.

Il tema affascinante e misterioso affrontato dai compositori, grazie anche all'utilizzo specifico delle tecnologie elettroniche, è quello di una sincronia obliqua tra musica e immagine, da esplorare in un ristretto ambito percettivo che rifugge dal mero commento come dalla drastica autonomia. Operazione tanto più virtuosistica quanto più stimolante considerando l'estrema brevità della maggior parte dei filmati, la cui durata oscilla dai due agli otto minuti.

 

Concerto: "I colori del suono"

Martedì 9 marzo 1999, ore 21

Roberto Fabbriciani, flauti

Alvise Vidolin, regia del suono

Antonio Camurri, elaborazione grafica interattiva

Programma

Dieter Schnebel, Pan, per flauto accompagnato

Jean Claude Risset, Passages, per flauto e nastro

Aldo Clementi, Passacaglia, per flauto e nastro

Brian Ferneyhough, Mnemosyne, per flauto basso, nastro e live electronics

Mettere in relazione i suoni con la visione è stato oggetto di vari studi e di altrettante proposte in campo artistico, sia in tempi recenti che in periodi storici più lontani. E' quindi del tutto naturale che oggi, grazie alle possibilità offerte della tecnologia multimediale, si cerchi di trovare altri legami e nuovi stimoli artistici al rapporto suono/immagine. Il concerto che qui presentiamo è una evoluzione di un lavoro presentato al Mittelfest di Cividale del Friuli (luglio 1998) e utilizza tecnologie informatiche per mettere in rapporto diretto l'elaborazione in tempo reale delle immagini con i suoni prodotti da uno strumento solista che in questo caso è il flauto di Roberto Fabbriciani. I suoni del flauto, oltre ad essere proiettati dinamicamente nello spazio con le tecniche del live electronics, vengono digitalizzati e analizzati in tempo reale attraverso sistemi sviluppati nel Laboratorio di Informatica Musicale del DIST per estrarre da essi i parametri di controllo necessari a produrre le trasformazioni visive desiderate, proiettate su grande schermo. Le immagini soggette alla trasformazione sono di vario tipo e sono state scelte in base alla musica eseguita. Troviamo così elaborazioni cromatiche di immagini pittoriche che trasformano il piano bidimensionale del quadro in una prospettiva tridimensionale in continua evoluzione, talvolta rotta da squarci improvvisi attivati da particolari sonorità del flauto. Oppure è l'immagine stessa del flautista che viene ripresa dal vivo mediante telecamera ad essere deformata e trasformata in tempo reale. Anche qui le trasformazioni sono molto varie, sia di natura cromatica che di struttura. Una di queste si basa sul principio dello specchio virtuale: un algoritmo informatico in grado di deformare le immagini secondo specchi non lineari. I risultati sono molto strani da un punto di vista percettivo in quanto tali specchi non esistono in natura e possono creare immagini multiple "a farfalla", "a spirale/serpente", "a prismi" ecc. Infine anche il suono stesso, nelle sue diverse forme di rappresentazione grafica, può essere sorgente di stimoli visivi. Queste immagini, anche se astratte e prive di metafore con la cultura delle arti visive, sono sicuramente le più vicine dal punto di vista scientifico alla musica che le produce.

 

Analisi delle intenzioni espressive nel movimento: danza, iper-strumenti e live-electronics

Mercoledì 21 aprile 1999, ore 18

Seminario - dimostrazione

a cura dello staff del Laboratorio di Informatica Musicale

Intervengono Antonio Camurri (InfoMus Lab, Direttore), Giovanni Di Cicco (compagnia Arbalete, coreografo), Claudio Massucco e Matteo Ricchetti (InfoMus Lab, Staff)

Viene presentato il progetto in corso in Laboratorio sull'analisi in tempo reale mediante elaboratore della espressività del movimento nella danza. Uno degli obiettivi è la sperimentazione e realizzazione di sistemi interattivi per musica e teatro. Il seminario è supportato da brevi esemplificazioni su video e dal vivo con prototipi di nuovi sistemi interattivi per danza, musica e visual media.

 

Concerto

Martedì 11 maggio, ore 21

Marco Rogliano, violino, bastone da pioggia

Roberto Doati, Alvise Vidolin, regia del suono

Laboratorio DIST di Informatica Musicale, Sistemi interattivi multimediali

Programma

Luigi Nono "La lontananza nostalgica-utopica-futura" (1988), per violino e 8 nastri [50']

Roberto Doati "Bastone armonico" (1999)
per violino, bastone da pioggia, nastro e sistema interattivo (prima esecuzione assoluta, commissione del Centro Studi Ligure per le Arti e le Lettere, Villa dei Pini, Bogliasco
) [15']

Bastone armonico (1999) è un lavoro sull'astrazione dei materiali sonori, ispirato dalla pittura monocromatica statunitense. Se infatti la parte per violino è costituita esclusivamente da suoni armonici tenuti, anche i suoni dello strumento tipico della cultura india, il "palo de lluvia" (bastone della pioggia) che hanno caratteristiche di grande articolazione ritmica (sono infatti prodotti dal percuotere di semi di cactus su chiodi piantati all'interno di un bastone cavo) sono stati manipolati elettronicamente fino a ottenere per sovrapposizione multipla una sorta di superficie monocromatica. Anche in questo caso, quindi, si partirà da un materiale concreto (quale suono più primordiale del suono della pioggia?) per giungere a un alto grado di astrazione. I materiali sonori sono distribuiti e mossi nello spazio acustico seguendo i gesti del violinista rilevati dal sistema EyesWeb realizzato presso il Laboratorio di Informatica Musicale del DIST.

 

Seminario: Composizione algoritmica

Antonio De Santis

Sabato 12 giugno 1999

Vengono presentati e discussi gli approcci seguiti dall'autore nell'ambito della composizione algoritmica e composizione assistita mediante modelli matematici.

 

 

Per informazioni:

Ufficio stampa Teatro Carlo Felice

Laboratorio di Informatica Musicale

http://infomus.dist.unige.it

e-mail:

AIMI - Associazione di Informatica Musicale Italiana

http://www.aimi-musica.org